La poesia al tempo del Coronavirus: ascoltiamo Raffaele Polo
Una vecchia carta ammuffita
Tra vecchi documenti che non servono più a nulla
ho trovato una sorta di testamento, un ricordo
di quando è cominciata questa storia.
Se potessi, piangerei.
Oppure andrei di là, gridando: “Guarda cosa ho trovato!”
E invece resto con questa carta in mano
e leggo che dovevamo chiedere permesso
anche per fare la spesa.
Noi, liberi assertori della nostra fede,
noi, insuperabili ingegni dall’infinito sapere.
Mi sembra di rivedere tutti quei volti
celati da una mascherina,
anche le donne più belle,
Era un tempo che è passato,
panta rei, come diceva il savio.
Ora, pensate,
da dove siamo
non abbiamo più paura.