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Dawson di Sergio Vuskovic Rojo

Dawson. Con Luis Corvalan, Clodomiro Almeyda, Anselmo Sule… prigionieri nell’isola trasformata in «lager» dalla dittatura pinochetista

In copertina un’opera pittorica dell’artista salentino Antonio Luceri che ha elaborato in pittura il tema della memoria e dell’identità facendone il leit motiv di tutta la sua ricerca artistica. Non a caso uno dei suoi lavori – dietro gentile concessione dello stesso autore – è l’immagine di copertina del libro, immagine che “entra” nella narrazione facendo da sfondo alle foto storiche inedite che impreziosiscono il volume a cura di Maurizio Nocera.

Dawson diventa il suono e il colore della memoria, incontro di arte e scrittura, condensando nelle pagine del libro il racconto della dolorosa esperienza vissuta dal filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo e l’arte pittorica di Antonio Luceri.

 

http://www.lecceprima.it/eventi/mostre/dawson-il-colore-della-memoria.html

 

Descrizione

Dawson di Sergio Vuskovic Rojo a cura di Maurizio Nocera, Il Raggio Verde edizioni 2009

Sergio Vuskovic Rojocopertina_dawson (Illapel, 19 ottobre 1930) è un politico, accademico e scrittore cileno, sindaco di Valparaíso dal 1970 al 1973.

Durante il governo di Unidad Popular fu nominato sindaco di Valparaíso. Dopo il colpo di stato cileno dell’11 settembre 1973 fu arrestato e torturato nella Esmeralda. In seguito fu condotto sull’isola di Dawson, dove rimase otto mesi.

Nel 1988 gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Martignano, in provincia di Lecce, in Italia.

Dawson era il nome dell’isola dove Sergio Vuskovic Rojo fu relegato insieme ai dirigenti del governo popolare cileno dopo il colpo di stato di Pinochet nel 1973. All’epoca, il primo undici settembre nero scritto nelle pagine della Storia, il filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo era sindaco della città di Valparaiso e collaboratore del presidente Salvador Allende. Dawson è la ricostruzione delle atrocità subite, delle sofferenze inflitte ai cileni democratici che, nonostante tutto, nell’isola di Dawson furono più che mai uniti e solidali; sebbene torturati non persero mai la fede nei propri ideali e in se stessi così come scrive lo stesso Vuskovic in uno dei capitoli più toccanti: “Quando noi, prigionieri di guerra, dirigenti del Governo della Unidad Popular, detenuti politici, eravamo torturati ed il sangue sgorgava dai nostri corpi, come linfa da un albero tagliato, ed il dolore si faceva grido straziante ed incontenibile, mai per la nostra testa passò l’idea malsana che fossimo diversi gli uni dagli altri, che potessimo spezzare la catena indistruttibile dell’umanità. Ci sentivamo veri fratelli, figli dello stesso padre e della stessa madre. Il sangue di tutti era dello stesso rosso.

In copertina un’opera pittorica dell’artista salentino Antonio Luceri che ha elaborato in pittura il tema della memoria e dell’identità facendone il leit motiv di tutta la sua ricerca artistica. Non a caso uno dei suoi lavori – dietro gentile concessione dello stesso autore – è l’immagine di copertina del libro, immagine che “entra” nella narrazione facendo da sfondo alle foto storiche inedite che impreziosiscono il volume a cura di Maurizio Nocera.

Dawson diventa il suono e il colore della memoria, incontro di arte e scrittura, condensando nelle pagine del libro il racconto della dolorosa esperienza vissuta dal filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo e l’arte pittorica di Antonio Luceri.

 

 

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