Per volere degli Dèi. Dedicato alla storia di Gallipoli il libro che segna l’esordio nella narrativa per Alessandro Perrone
Novità editoriale
Per volere degli Dèi. Dedicato alla storia di Gallipoli il libro che segna l’esordio nella narrativa per Alessandro Perrone che sarà presentato in anteprima a Gallipoli il prossimo 7 giugno ore 20. Dopo i saluti istituzionali, interverrà il prof. Elio Pindinelli che firma la prefazione. Modera la giornalista Antonietta Fulvio.
“Per volere degli dèi”, edito da Il Raggio Verde, segna l’esordio nella narrativa di Alessandro Perrone nato in Svizzera da genitori gallipolini, e appassionato di Storia e di mitologia classica. È confratello della Confraternita di San Giuseppe e della Buona Morte di Gallipoli. Ama gli animali in particolare i cani e i gatti e la fotografia e spesso nelle sue inquadrature cattura la bellezza dell’amata Gallipoli con il suo centro storico, il suo mare, le sue tradizioni tra fede e leggenda.
Ed è Gallipoli tra storia e leggenda il soggetto della narrazione che offre ai lettori salentini e non.
«Gallipoli ebbe, si dice dopo Roma, la prima monografia municipale con la Descriptio Callipolis dell’umanista salentino Antonio de Ferraris, il notissimo Galateo della Pontaniana di Napoli, in cui bellezza del sito, mitiche origini, fedeltà e coraggio dei suoi abitanti assumono la forza di una encomiastica esegesi della storia della città e delle virtù dei suoi abitanti.» – si legge nella prefazione del professore Elio Pindinelli che aggiunge – Ecco allora che l’autore sviluppa la sua narrazione partendo dalle realtà della nostra complessa attualità in cui due ragazzi si contrastano nel definire la cor- retta storia della città e dei suoi antichi monumenti, tra teorie e ipotesi, che compaiono prepotenti anche attraverso una moltitudine di pagine web, oggi ampiamente disponibili tramite internet. E quando il dilemma appare irrisolvibile, avendo a para- metri di giudizio da un lato l’insegnante scolastico e la sua narrazione, dall’altro il mito greco delle sue origini e la grecità derivata dell’antica Fontana, l’autore introduce la figura centrale dell’anziano nonno Giorgio, che in alternativa possiede una terza verità, quella della leggenda da lui appresa quando ragazzino scoprì per caso, in un delubro buio, con le vestigie antiche di un’ara, l’incisione lapidea con lo stemma del Gallo coronato dell’eroe greco Idomeneo.
L’operazione che compie l’autore, in definitiva, è quella di partire da un possibile aggancio storiografico, o presunto tale, su cui fu tramandata nel tempo la leggenda delle sue origini, per raccontare la storia d’amore di Lizio con Antinea e rinnovare, con altre e nuove fantasie, una nuova leggenda saldamente ancorata alle storie fantastiche della mitica Città del Gallo. E lo fa con una leggerezza narrativa e una piacevole efficacia di chi, nella cultura popolare gallipolina ha vissuto la sua fanciullezza, e su cui sono andati stratificandosi l’amore e la passione per la sua terra»