La Poesia al tempo del Coronavirus: Assuntina Marzotta
I giardini proibiti di marzo (27 -arzo 2020)
Tutto si fermò.
E la notte fu silenzio,
crudele e immoto
nella calma irreale,
sospesa
tra la speranza e il sogno,
come la notte di Natale.
Ma non c’erano doni
nei giorni che avanzavano lenti,
e noiosi danzavan con la Morte
nella selva solitaria delle ore.
Non il suono di passi
nelle strade vuote
e nell’aria muta
s’affacciò il sole alla mia finestra,
sotto un cielo cobalto.
E nel vento che soffiava tra i boccioli,
giunse il volo della prima rondine,
a ricordarmi che la primavera
è il tempo del ritorno,
ma non fu primavera.
E nel mio rifugio elegante,
io,
che mi fingo poeta
mi abbandonai stremata
dentro questo pianto
ed esalai, inquieta,
il verso stupito
che attanagliava il cuore.
Assuntina Marzotta