14 Dimention

Eutopòs

Posted On dicembre 7, 2009 at 10:16 am by / No Comments

 

Eutopòs – mi disegni una parola? la parola nominata

Leggeri, densi, segni/pensieri… di carta «Lo divorò in un istante quel pensiero di carta. Leggero fu il percorso di quelle pagine, ma altrettanto leggermente continuava a tornare sui suoi versi, sui capoversi, sulle parole».
Così l’autore Francesco Pasca fa parlare Romolo Fiato, condensando in poche frasi anche un aspetto importante della scrittura: pensieri di carta che aiutano ad indagare ciò che di più profondo è in noi, nella nostra memoria.
Un dialogo su concetti apparentemente astratti avvalendosi del rapporto tra immagine-parola e che diventano spunto per una performance narrativa. Ma anche visiva, dal momento che è strettamente connesso il segno alla parola ed è naturale pensare che prima di essa venga il gesto, azione meccanica di un segno che però è invisibile perché nasce nella mente. Allora il segno traduce l’idea e la parola. Ma anche le parole traducono i gesti.
E se un giorno perdessi la memoria, conserverei ancora memoria dei gesti? Nonostante l’azzeramento del tempo, avrei ancora potere di collocazione in uno spazio e in un luogo? Riflessioni, dubbi, dissertazioni. Tutto questo e altro ancora è Eu-Tòpos. Scorrendo le pagine di questo libro, il lettore può ricercare e inseguire i propri pensieri di carta. Sul filo anche delle splendide illustrazioni realizzate, in esclusiva, dal fumettista Marco Cito che ha saputo tradurre con la cifra inconfondibile del suo segno le molteplici visioni suggerite dal racconto. Con efficacia compositiva, ha disegnato la parola esaudendo il desiderio dell’autore riuscendo a dare una forma grafica alla parola nelle sue più ampie declinazioni, dal verso poetico al ruggito animale e primordiale, all’evocazione di miti e di incubi antichi e contemporanei.
Eu-Tòpos – Per favore mi disegni una parola-La parola nominata è il sesto titolo della collana “14 Dimention” de Il Raggio Verde edizioni concepita come felice connubio tra i segni grafici e i segni/suoni che costruiscono il pensiero innescando spunti per riflettere sulla contemporaneità, sul senso del vivere e della vita, il tutto racchiuso in un quadrato di lato 14 cm. Un piccolo libro da portare ovunque. Un invito alla lettura “veloce” ma non per questo non impegnativa. Tutt’altro. Ne è una riprova la narrazione di Francesco Pasca, articolata nei due saggi differenziati anche graficamente con l’uso della scala di grigio, quasi a rafforzare la molteplicità dei punti di vista e la complessità degli interrogativi, laceranti, sul valore dell’immagine, della parola, della memoria.
Rapporti evidentemente complessi che arrivano a toccare argomenti delicati quali l’eutanasia tra le scelte possibili accanto all’accanimento terapeutico, ad esempio. La diagnosi dell’Alzheimer pone il personaggio/malato di fronte al quesito più dilaniante «come assecondare la memoria e vincere il tempo?».
Se lo chiede l’autore girando l’interrogativo al lettore che grazie a Guido, voce narrante dal nome non casuale, accompagna il lettore nella vicenda, ambientata a Lecce, di un noto medico-scrittore nonché amico d’infanzia di Romolo-Fiato.  È il luglio del 1944, Romolo scopre di aver ereditato dalla madre Hiara, morta nel maggio 1903, il morbo della demenza degenerativa, l’Alzheimer. Guido fa iniziare così un percorso in cui, la Parola nominata diventa il pretesto di Romolo-Fiato per dar luogo all’Idea di una singolare performance, durante un incontro letterario a lui dedicato nel foyer del teatro cittadino, il Politeama Greco. Un personaggio controverso, la cui complessa psicologia è decifrabile attraverso Guido e il supporto di quattro taccuini utilizzati da Romolo/Fiato la mattina precedente la performance. Performance incentrata sul contenuto de Il Giuramento di Ippocrate testo dove, più che altrove, la parola acquista valore salvifico almeno nelle premesse che sono a fondamento della Medicina, sin dall’antichità. In quel Giuramento è espresso il codice etico della professione medica che coincide indiscutibilmente con la difesa della vita nella sua integrità. Ma il corpo non è scindibile dall’anima. Ma se la malattia finisce con l’annientare la memoria e ferisce la dignità?
Gli interrogativi si moltiplicano.
In ballo c’è la fede e o il libero arbitrio. Sull’ultimo dei quaderni resta solo impressa una data. La nascita di una vita condannata ad un epilogo fatto di dolore puro, di fogli vuoti che si alternano tra le pagine sbiadite dove c’è posto solo per disegnare, purtroppo, la parola lacrima.

Antonietta Fulvio

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