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Sconfinamenti di Enza Piccolo

12,00

Il libro si apre con il racconto La forza della vita che mette insieme le storie di Alice, Giovanni, Giulio e la madre americana: storie che si intrecciano tra un passato doloroso da ricordare ma che finisce sempre con l’affiorare e un presente altrettanto faticoso da vivere, ma che vale sempre la pena vivere. La legge eterna del mondo è la violenza del potere che sorveglia e controlla le nostre esistenze- spiega l’autrice nelle note introduttive – il fil rouge di tutta la narrazione è proprio la violenza declinata in tutte le sue assurde forme, che sia insita nel nucleo familiare o atroce scenografia del presente come nel racconto La dona velata come pur nel racconto Je suis Paris che richiama alla mente la drammatica azione terroristica al Bataclan.

Dall’attualità si passa al passato accostando ai tre racconti della prima parte con tre testi teatrali dove resta la voce di chi lotta per stare al mondo. La seconda parte si apre, infatti, con il dialogo fra un profugo e l’uomo della strada: lo straniero, dopo aver perso tutto, chiede un’ospitalità che gli viene però negata. L’uomo sembra essere assuefatto alla violenza e prevale il disumano e l’orrido. Lo sguardo si volge indietro e attinge al mito di Ifigenia che rivela tutta la ferocia dei rapporti familiari. La madre uccide il padre per punirlo di un atroce delitto: il sacrificio della figlia a Diana. Con uno stratagemma divino Ifigenia si salva, ma chiede al re che le venga restituita la vita che le è stata negata. E dal mito, infine, alla letteratura ripercorrendo la storia di Don Chisciotte che incarna il rimpianto e il disincanto: il cavaliere è un folle che rimpiange l’età dell’oro, i valori cavallereschi, la pace e la giustizia. Ma gli ideali si scontrano con l’esperienza e con gli imprevisti che sono sempre dietro l’angolo.

 

Descrizione

Inserito nella collana “Corrispondenze Mediterranee” diretta da Ada Donno il libro raccoglie racconti e testi teatrali per raccontare sconfinamenti non solo nei diversi generi letterari trattati dall’autrice ma anche in relazione agli sguardi, diversi e profondi, sulla vita, sulla società umana al di là, appunto, di ogni confine.

foto Ines Facchin
foto Ines Facchin

A tal proposito scrive Ada Donno nella presentazione: “Romanzo? o una raccolta di racconti che fingono di essere un romanzo? O un romanzo nascosto tra i racconti e perfino una tragedia classica? Di cui s’insegue il filo, il motivo dominante, e il possibile nucleo narrativo attorno a cui avvolgerlo? In verità non saprei come descrivere una narrazione fatta di sconfinamenti, appunto, fra generi letterari, salti vertiginosi di registri narrativi e balzi temporali, se non come frantumi accostati che diventano metafora della precarietà conflittuale della condizione umana. Dove cronaca e storia, narrazione di sé e mito sconfinano l’uno nell’altro audacemente, tenuti insieme, sembrerebbe, da un’urgenza che si libera nella scrittura”.

Il libro, impreziosito dallo splendido scatto della fotografa romana Ines Facchin, diventa occasione per una riflessione critica del presente e sul senso della vita.

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